
Le emozioni hanno un ruolo fondamentale nella nostra vita, si manifestano e ci accompagnano in vari momenti della quotidianità, svolgono inoltre numerose funzioni adattive: esse ci permettono infatti di affrontare adeguatamente situazioni che altrimenti non sapremmo come gestire, e ci offrono degli impulsi per agire adeguatamente.
Rabbia, paura, gioia, amore e tristezza fanno parte delle emozioni primarie: le cosiddette “innate”; compaiono molto precocemente e rappresentano la primissima forma di adattamento al mondo. Il corpo ed il viso costituiscono canali privilegiati per la manifestazione delle emozioni. Le emozioni secondarie: timidezza, disprezzo, imbarazzo, ecc… sono la combinazione di altre emozioni e si sviluppano con la crescita e l’interazione sociale; la loro espressione viene modellata dalla cultura a cui si appartiene. Guarda le carte sulle sfumature delle emozioni

Le emozioni sono presenti sin dalla nascita: i bambini però non sono ancora in grado di gestirle, perché non sono ancora in grado di fare ipotesi e di proiettarsi nel futuro. Così anche una piccola frustrazione colmerà in un pianto ingestibile; i piccoli non sanno ancora che il dolore passerà, in quanto vivono nel presente.

Essi dunque hanno bisogno di un adulto che li guidi a riconoscere e a gestire le proprie emozioni, per far sì che sviluppino la fiducia e la consapevolezza di sé stessi.
fasi evolutive
Il periodo che vai dalla nascita fino ai 6 anni è fondamentale per lo sviluppo del bambino; la sua competenza emotiva segue delle fasi evolutive:
- da 7 ai 9 mesi: il bambino esperimenta le sue prime emozioni derivate da situazioni che lui stesso vive (la gioia che prova quando compare la mamma dopo essersi nascosta);
- dai 9 ai12 mesi: inizia il periodo dell’attaccamento, in questo periodo il bambino si lega emotivamente alle persone che si prendono cura di lui;
- dai 3 anni: imparano a riconoscere le proprie e altrui emozioni e le esprimono, ad esempio se un altro bambino accanto a lui piange, gli porge un giocattolo o lo abbraccia per consolarlo.
Intelligenza emotiva
È utile far acquisire al piccolo l’abilità di sviluppare l’intelligenza emotiva: essere emotivamente competenti implica padronanza e conoscenza del processo emotivo, imparando anche a comprendere le emozioni dell’altro e a sviluppare la capacità di “mettersi nei suoi panni”.

L’adulto dunque dovrà seguire il bambino in questa fase di crescita emotiva: dando un nome alle emozioni, aiutandolo così a riconoscerle; insegnandogli ad ascoltare il proprio corpo, e vedere come questo cambia in base all’emozione che sta provando; non reprimendo le sue emozioni negative (rabbia, tristezza, paura) ed offrendo al bambino la possibilità di trovare la sua strategia per uscire da quella situazione. storie per sviluppare l’intelligenza emotiva
Sviluppare l’intelligenza emotiva del bambino è un lavoro quotidiano e lungo, ma ne gioverà della sua salute psichica e fisica: sarà portato ad essere più sereno, sviluppando una forte autostima e fiducia delle proprie capacità;
L’adulto, inoltre, dovrebbe essere d’esempio, dimostrandosi aperto all’ascolto e accogliendo le emozioni del piccolo.
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